Quando pensiamo ai grandi simboli della cucina italiana, forse il tramezzino non è il primo che ci viene in mente. Eppure, dietro a quelle morbide fette di pane farcito si nasconde una storia tutta italiana, anzi… tutta torinese. Sì, perché il tramezzino come lo conosciamo oggi nasce proprio a Torino, tra le mura storiche del Caffè Mulassano. Pronto a scoprire come è nato e quali curiosità si nascondono dietro questo piccolo grande capolavoro?
Il tramezzino nasce a Torino: il ruolo del Caffè Mulassano
Torino, 1925: Angela Demichelis e suo marito Onorino Nebiolo, torinesi appena rientrati dall’America, rilevano lo storico Caffè Mulassano in Piazza Castello. Per ringiovanire l’offerta del locale, decidono di introdurre un’idea vista oltreoceano: i tea sandwiches.
L’anno successivo, nel 1926, Angela inventa quello che diventerà uno degli spuntini più amati d’Italia: il tramezzino. Una targa all’interno del Caffè – oggi parte dell’associazione Locali Storici d’Italia, ancora oggi lo ricorda: “Nel 1926, la signora Angela Demichelis Nebiolo, inventò il tramezzino”.
Un’idea semplice, ma geniale, che ha conquistato Torino — e poi il resto del Paese.
Prima del tramezzino… c’era il sandwich!
Per raccontare la storia del tramezzino, però, dobbiamo fare un salto ancora più indietro nel tempo.
Nel XVIII secolo, il nobile inglese John Montagu, IV conte di Sandwich, inventò questo pratico spuntino. Secondo la storia più accreditata, durante una lunga partita a carte chiese di poter consumare carne tra due fette di pane, così da non interrompere la sua attività e non sporcarsi le mani.
La soluzione ebbe subito grande successo tra l’aristocrazia britannica e in poco tempo diventò un’abitudine irrinunciabile in Inghilterra. Il termine “sandwich” cominciò a diffondersi, tanto che il suo primo uso documentato risale al 1762, nei diari dello scrittore Edward Gibbon.
L’arrivo in Italia e la nascita del nome “tramezzino”
Da pratica nobile a consuetudine quotidiana, il sandwich si diffuse rapidamente anche fuori dai confini inglesi, diventando parte della cultura gastronomica americana.
Fu proprio durante un soggiorno negli Stati Uniti che i torinesi Angela Demichelis e Onorino Nebiolo scoprirono questa usanza e, una volta tornati in patria, decisero di reinterpretarla in modo tutto italiano: pane bianco senza crosta, farciture fresche e una dimensione perfetta per uno spuntino veloce. Così nasce il tramezzino!
Il termine “sandwich” suonava troppo anglofono per l’Italia dell’epoca. Così, Gabriele D’Annunzio, amante della lingua italiana, propone una nuova parola: tramezzino, da “tramezzo”, cioè “in mezzo”, proprio come questo spuntino pensato da gustare tra la colazione e il pranzo. Una parola che è diventata subito parte della nostra tradizione.
Il tramezzino fa il suo debutto ufficiale nelle ricette italiane nel luglio 1936, grazie alla rivista La Cucina Italiana. Da subito si distingue per le sue varianti fantasiose e golose come gorgonzola, caviale e lingua salmistrata, per citarne alcune.
Torino o Venezia? Una sfida a colpi di farcitura
Sebbene Torino e il Caffè Mulassano siano considerati la patria del tramezzino, anche Venezia ha fatto sua questa specialità. Nella città lagunare, infatti, i tramezzini sono diventati famosi per la loro altezza esagerata e le farciture cremose. Una rivalità affettuosa, che testimonia quanto il tramezzino sia diventato parte integrante della nostra cultura gastronomica.
Un piccolo grande orgoglio torinese
Se sei in visita a Torino, non dimenticare di far tappa da Caffè Mulassano per assaporare un pezzo di storia, velocemente e senza sporcarti le mani! Ti consiglio di optare per uno dei loro tramezzini più iconici come quello con insalata di aragosta, vitello tonnato o lingua al verde. Il locale offre più di 30 varianti diverse di “panini imbottiti”, in base agli ingredienti stagionali.
Ogni morso di tramezzino racconta una storia di creatività, di radici locali e di quell’arte tutta italiana di trasformare la semplicità in eccellenza.
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